Aggressività del cane a guinzaglio
Capita spesso che i proprietari riferiscano che il proprio cane manifesti un comportamento piuttosto aggressivo e poco socialmente inclusivo. Si…
Diplomato Educatore ed Istruttore con approccio Cognitivo Zooantropologico (CZ) presso le migliori scuole di formazione in Italia. Esperto in allevamento dei cuccioli, lettura della comunicazione e del comportamento dei cani, sistemiche di relazione e miglioramento della comunicazione uomo-cane. Esperto in espressione comportamentale del cane, fornisco supporto ai proprietari e alle famiglie per armonizzare le relazioni e risolvere eventuali problemi di coesistenza.
Come educatore: il mio intervento è sistemico: riguarda il cucciolo in relazione alle fasi sensibili della sua crescita, al fine di impostare da subito, attraverso percorsi educativi e una corretta gestione, una relazione solida che eviti lo sviluppo in età adulta di problemi comportamentali ed il proprietario al fine di suggerire lui cosa il cane sta comunicando e come comunicare al meglio lui stesso.
Come istruttore: il fine è alleviare eventuali disagi ( quindi capire quale sia la natura dello stesso) e dare agio, soddisfazione e gratificazione al cane e ,per estensione, alla famiglia tutta.
La prima consulenza prevede un’anamnesi del vissuto del cane, un’analisi del contesto familiare, e una lettura del cane in differenti situazioni, al fine di interpretarne il comportamento, gli eventuali stati di disagio e le loro cause, e quindi strutturare i processi di apprendimento e cambiamento attraverso una didattica personalizzata.
Scegliere il cane adatto a noi e al nostro stile di vita è il primo ragionamento che va fatto prima di adottare un cucciolo, ma anche un cane adulto.
Affidarsi solo all’impulso, all’estetica o al sentito dire, senza conoscere le razze, le loro tendenze, le loro vocazioni, le loro attitudini e i loro bisogni significa porre il primo ostacolo a una relazione serena, appagante e felice per entrambi, voi e il vostro amico a quattro zampe.
Una consulenza preadottiva vi permette una scelta molto più consapevole, sia sotto il profilo della vostra vita attuale, sia sotto quello dei vostri progetti per il futuro.
Quando adottiamo un cucciolo, pensiamo che bastino pappa, gioco e tanto amore.
Il cucciolo, però, crescendo attraversa fasi sensibili nel suo sviluppo cognitivo. I suoi bisogni cambiano per ognuna di queste.
Nessuno pensa che si possa educare un figlio solo nutrendolo, amandolo e facendogli fare movimento. Allo stesso modo, un cucciolo di cane ha una mente in crescita, serve la scuola.
Essere seguiti fin da subito da un bravo educatore-istruttore vi eviterà di commettere errori che possono generare disagi persistenti nel cane e comportamenti indesiderati che minano la relazione
Consulenze di relazione per l’inserimento del cane all’interno della famiglia, anche quando sono già presenti altri cani o bambini.
Quando si adotta un cane adulto, in genere proveniente da canile, non sappiamo nulla di lui. Non dobbiamo dare per scontato nulla e non aspettarci nulla da lui. Anche noi per lui siamo degli sconosciuti.
Qualunque età abbia il cane, nei primi giorni di adozione vivrà un periodo di assestamento e avrà bisogno di ricostruire le sue sicurezze: in questa fase avrà bisogno di un tipo di accoglienza particolare che bisogna conoscere.
Se l’accoglienza sarà stata corretta, il cane riuscirà a tornare ad esprimersi come individuo autonomo ed è allora che si potrà iniziare davvero a conoscersi, a fidarsi l’uno dell’altro e a cominciare a stabilire le regole della convivenza.
Chi è però il soggetto che abbiamo adottato, a prescindere da quello che ci hanno raccontato?
Sappiamo capire cosa ci sta comunicando e quali sono i suoi reali bisogni?Un bravo istruttore cinofilo è in grado di leggere il vostro cane e comprendere la sua personalità; a volte anche di reperire dal suo comportamento indizi sul suo passato sconosciuto; è un aiuto insostituibile per sapere chi è davvero il vostro cane e di cosa ha bisogno da voi per trovare agio in famiglia e costruire una relazione solida e duratura.
Un cane inserito in una famiglia che vive con un uno o più cani, ha bisogno di sentirsi accettato dal gruppo. Ma gli altri cani non accettano nel loro gruppo qualunque soggetto passivamente.
Il nuovo arrivato dovrà dimostrare di avere un ruolo utile al gruppo e una posizione sociale adeguata, altrimenti cominceranno i problemi. Questo non avviene in pochi giorni, potrebbero volerci mesi.
Avvalersi dell’aiuto di un istruttore cinofilo significa disporre di una guida per aiutare i vostri cani a superare il disagio del cambiamento, conoscersi meglio e rispettarsi; significa capire meglio ognuno dei vostri cani; significa riportare armonia nella convivenza, e disporre di strumenti in più per gestire gli inevitabili conflitti, tutelando tutta la famiglia, umana e non, da preoccupazioni, ansie, frustrazioni e difficoltà.
Socievolezza, docilità, prosocialità. Training per il potenziamento cognitivo del cane, arricchimento delle conoscenze, flessibilità, riflessività, autocontrolli, memoria, lavoro sulla calma.
Percorsi rieducativi per cani con problemi comportamentali, anche in affiancamento al medico veterinario comportamentalista quando i problemi non derivano da un semplice disagio relazionale o gestionale ma da una patologia.
La passeggiata diventa a sei zampe ed il cane ci trasporta un po’ nel suo mondo, ci riavvicina alla natura, diventiamo attenti ai rumori, ai suoni, alle posture, alla gestualità, ed impariamo a dare importanza ai momenti in cui il cane annusa e marca; al tempo stesso, sentendosi considerato e diventando più sereno, il cane impara a tenerci più in considerazione ed a prenderci come guida durante la passeggiata.
Le piattaforme per le videochiamate permettono oggi di vedersi e parlarsi con un tablet, un telefonino o un pc in qualsiasi momento e anche quando le distanze ci separano.
Perché non usare questa tecnologia anche per chiedere un consulto a un’istruttore cinofilo?
Non si tratta naturalmente di consulenze che riguardano la specifica relazione fra voi e il vostro il cane, poiché necessariamente queste devono essere tenute in presenza. Si potranno però ricevere indicazioni e consigli su temi di carattere generale”.
Durante i colloqui in call, della durata di mezz’ora, sarà possibile fare domande all’istruttore e ottenere consigli utili su un tema.
L’approccio cognitivo-zooantropologico considera ogni cane nella propria individualità, con il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze.
Non è un metodo perché non si limita ad utilizzare delle tecniche o delle prassi di lavoro, ma è un approccio, in quanto parte dallo studio globale del profilo comportamentale del soggetto; non si vogliono raggiungere delle performance, ma aumentare il benessere del cane come soggetto integrato e consapevole.
Ogni percorso pedagogico sarà costruito su misura ed assolutamente soggettivo.
Approccio cognitivo significa capire che il comportamento del cane nasce da una serie di componenti presenti nella mente del soggetto e non per una reazione ad uno stimolo; significa considerare l’intero universo interiore mentale del cane: le emozioni, le motivazioni, lo stato di attivazione emozionale, le rappresentazioni innate ed acquisite e le capacità logiche e cognitive.
Approccio zooantropologico significa vedere l’obiettivo pedagogico nella valorizzazione della relazione con il proprietario attraverso una consulenza relazionale. Si agisce sulla relazione attraverso la relazione.
Il benessere del cane è inteso considerando tutte queste componenti e l’intervento pedagogico non potrà che seguire una logica sistemica. Si analizzeranno eventuali carenze o eccessi e si lavorerà per far raggiungere al cane un maggiore equilibrio, cercando di raggiungere il punto di contatto tra le esigenze etologiche, di specie, motivazionali e le possibilità offerte dal contesto ambientale e relazionale.
Il nostro obiettivo non è far assumere al cane una forma o insegnargli a svolgere degli esercizi o delle abilità in un’ottica antropocentrica, che considera solo le esigenze del proprietario, ma cercare di capire quali sono le dimensioni di quella relazione e come migliorare il benessere di entrambi, cane e proprietario, in una visione cinocentrica.
Credo sia opportuno quindi sottolineare alcune differenze tra l’approccio addestrativo e l’approccio cognitivo-zooantropologico.
L’addestramento vuole dare al cane delle abilità per raggiungere delle performance, espressione il più delle volte di nostre esigenze, ed insegna al cane a fare delle cose, delle attività.
Nell’approccio CZ cerchiamo di capire chi è quel cane, come migliorare il suo benessere come individuo, rendendolo maggiormente consapevole di sé ed autonomo nell’ambiente in cui vive; cerchiamo di capire quali sono le attività che vorrebbe svolgere, e gli diamo gli strumenti per poter scegliere in autonomia il comportamento più adeguato di fronte ad una situazione, così può essere libero di esprimere se stesso con consapevolezza.
Per esempio non ci interessa che un cane sia sottoposto al controllo proprietario ma che un cane riesca ad autocontrollarsi. Nell’addestramento il cane assume una forma, fa una performance dietro un comando, ma uscito dal campo di addestramento, in situazioni di vita quotidiana, chi è quel cane? e quali sono le sue azioni ed i suoi comportamenti quando non c’è il controllo del proprietario?
Probabilmente il cane non avrà i giusti strumenti per interpretare correttamente le situazioni, ed a volte non avrà neanche il giusto assetto emozionale e di arousal (quanto il cane è attivato in una situazione) per integrarsi con serenità nelle diverse situazioni.
Cercare di far raggiungere al cane un autocontrollo, ossia un controllo interiore e consapevole, significa prima aver agito sulle sue componenti mentali ed aver dato al cane le corrette rappresentazioni del contesto dove vive per farlo diventare consapevole ed autonomo. I cani competenti sono cani che vivono le situazioni con il proprietario con serenità perché decifrano e capiscono il mondo circostante, e quando non è così, sanno di avere un referente umano che può aiutarli in questo ed al quale far riferimento. Per esempio sviluppando il suo autocontrollo, il cane può imparare ad andare libero in città o comunque, se a guinzaglio, questo può essere usato come strumento di sicurezza e non di conduzione perchè, stando attenti ai suoi bisogni etologici e motivazionali e sviluppando una maggiore riflessività, si riesce ad avere un allineamento con il nostro cane ed una maggiore collaborazione.
Un cane addestrato è un cane che è bravo a svolgere delle attività dietro comando del proprietario, non viene preso in considerazione chi è quel cane, ma spesso solo quello che il proprietario vuole che quel cane sia.
Con questo non vogliamo dire che non sia importante che il cane sappia svolgere delle attività, anche dietro richiesta del proprietario, ma non prima di un percorso pedagogico per renderlo equilibrato e felice.
Solo dopo aver raggiunto una buona coesione caratteriale di quel soggetto si può pensare di insegnare al cane delle abilità.
La relazione nell’approccio addestrativo è spesso una relazione basata su continue richieste che il proprietario fa al cane; nel nostro approccio vengono prese in considerazioni anche le proposte che il cane fa al proprietario (a volte è il cane che in effetti ha l’idea migliore!), così la relazione con il proprio amico a quattro zampe diventa un modo per imparare a cambiare prospettiva ed è un’occasione di crescita… per entrambi!
Infine un’altra differenza importante è quella metodologica. Nell’approccio CZ il premio arriva in modo inaspettato dopo che il cane sceglie in autonomia, riflettendo, la soluzione più adeguata a quella situazione, non agisce dietro ricompensa, ed il premio non viene usato per “tirare” il cane nello svolgere un esercizio, mettendoglielo davanti al muso. Un premio usato così fa perdere al cane la consapevolezza di quello che sta facendo, meccanicamente assume delle forme ma tutta la sua mente è concentrata sul desiderio di mangiare quel gustoso bocconcino davanti al suo muso. Il premio è un premio non è un baratto! Inoltre questo non è sempre necessariamente alimentare, questo perché si considera tutto il panorama motivazionale del cane, e per il cane può essere un premio andare a fare una passeggiata insieme al proprietario o ricevere da lui un apprezzamento sociale.
Esiste un modo tutto speciale di voler bene ad un cane. Un modo che lascia dietro di sé tutte le convinzioni che l’uomo ha edificato fino a questo momento nei confronti di questa specie.
È una via che non passa attraverso alcuna proiezione emozionale né alcun simbolismo sociale o culturale.
NON scelgo l’animale perché faccia qualcosa che io non so fare, né gli impongo di recitare un ruolo che serve a compensare una mia lacuna emozionale.
NON voglio che mi confermi il raggiungimento, o il mantenimento, di un certo livello sociale né tanto meno che mi faccia sentire parte di un élite.
NON mi interessa sostenere la mano dell’uomo che decide cosa è bello o brutto in un animale, quanti centimetri deve essere alto o quanti centimetri deve essere basso, né tanto meno ho intenzione di vedere quella stessa mano mentre taglia le orecchie e le code per vanità estetica. Né vivo di immagini riflesse o di modelli culturali che vogliono il cane come un membro indispensabile per aderire al modello di una famiglia perfetta.
NON decido di prenderlo con me per alimentare la sua ferocia, né tanto meno per incentivarne l’istinto predatorio.
NON mi sento di scaricargli addosso il peso del mio sostentamento economico.
Né tanto meno lo percepisco come una merce, un bene quantificabile economicamente.
NON penso neppure che lui sia una cosa e dunque non mi identifico nel ruolo del proprietario.
Né voglio essere il suo padrone e lui il mio servo.
NON gli chiedo di colmare un mio vuoto esistenziale.
Capita spesso che i proprietari riferiscano che il proprio cane manifesti un comportamento piuttosto aggressivo e poco socialmente inclusivo. Si…
La passeggiata con il nostro cane dovrebbe essere qualcosa di piacevole sia per noi che per lui: non bisogna strattonarlo.
Ingresso di un cucciolo in casa La vostra famiglia si è da poco allargata con l’arrivo di un cucciolo? È importante…
Via Giovanni Padula, 7 bis, Matera
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Vincenzo
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